giovedì 31 maggio 2012
mercoledì 30 maggio 2012
Atene furiosa con Lagarde, la burocrate esentasse La dirigente del Fmi aveva strigliato i greci: "Paghino le imposte". Ora si scopre che lei non versa un euroAtene furiosa con Lagarde, la burocrate esentasse La dirigente del Fmi aveva strigliato i greci: "Paghino le imposte". Ora si scopre che lei non versa un euro
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martedì 29 maggio 2012
Monti e chi guadagna 5 euro all'ora...
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Ci sono immagini che non richiedono commenti. Guardatevi lo stralcio dell’intervista concessa dal premier Mario Monti alla Sette. Formigli gli chiede: se lei avesse un figlio ventenne, laureato che guadagna 5 euro all’ora con un contratto da precario che cosa gli direbbe: vai via dall’Italia? Come lo convincerebbe a restare?
Mario Monti resta in silenzio per 17 secondi, poi farfuglia una risposta sconclusionata, evasiva; tipica di quegli accademici animati da un’insaziabile sete di potere che non sanno cosa sia la realtà, che non hanno mai visto, né frequentato, né pensato a chi lavora umilmente; perché quel mondo non appartiene a Monti, esce dal suo radar mentale se non per ripetere le stesse regole astratte sulla flessibilità, sulla necessità di cambiare. O meglio: cambino gli altri, lui no di certo. Quanto a suo figlio, è giovanissimo ma ha già fatto una carriera brillante a Goldman Sachs, Morgan Stanley, Citigroup, Parmalat. Per meriti personali, non dubitiamo.
http://blog.ilgiornale.it/foa/2012/05/26/monti-e-che-guadagna-5-euro-allora/
Mario Monti resta in silenzio per 17 secondi, poi farfuglia una risposta sconclusionata, evasiva; tipica di quegli accademici animati da un’insaziabile sete di potere che non sanno cosa sia la realtà, che non hanno mai visto, né frequentato, né pensato a chi lavora umilmente; perché quel mondo non appartiene a Monti, esce dal suo radar mentale se non per ripetere le stesse regole astratte sulla flessibilità, sulla necessità di cambiare. O meglio: cambino gli altri, lui no di certo. Quanto a suo figlio, è giovanissimo ma ha già fatto una carriera brillante a Goldman Sachs, Morgan Stanley, Citigroup, Parmalat. Per meriti personali, non dubitiamo.
http://blog.ilgiornale.it/foa/2012/05/26/monti-e-che-guadagna-5-euro-allora/
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sabato 12 maggio 2012
LA CASSAZIONE SALVA I BLOG: "non sono stampa clandestina"
La Corte Suprema di Cassazione ha salvato i blog, stabilendo che "I blog non sono soggetti alla legge sull'editoria, quindi non hanno obbligo di registrazione e ancora meno possono essere considerati stampa clandestina." Se fosse stata confermata la condanna a carico del blogger-giornalista Carlo Ruta - condannato per stampa clandestina perché titolare di un blog non registrato come previsto per le testate giornalistiche - QUANTO STABILITO AVREBBE INFATTI "CREATO UN PRECEDENTE" RIGUARDANDO COSI' TUTTI I BLOG!
La Cassazione ha quindi tutelato il DIRITTO DI ESISTERE dei BLOG e con essi la LIBERTA' DI PENSIERO e di ESPRESSIONE DEI CITTADINI...
Il 29 Aprile, commentando la sentenza della Cassazione che ha sancito che la retta delle R.S.A. per i malati di Alzheimer dovesse essere a carico dei Comuni e non delle famiglie, avevamo elogiato questa Istituzione, rilevando come spesso essa si esprima A FAVORE DEI CITTADINI: anche questa volta non ci ha deluso!
I blog sono salvi (per ora...) ma la vera minaccia è rappresentata dai partiti e dal governo, tecnici compresi (vedi "La Ministra Severino contro i blog con motivazioni degne di un bambino")
Lo staff del BLOG nocensura.com
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di seguito l'articolo di tomshw.it
La Cassazione ha confermato nuovamente la differenza tra blog e testate giornalistiche. Il caso del sito "Accade in Sicilia" è chiave: il gestore era stato condannato per reato di stampa clandestina solo perché faceva informazione, occupandosi di casi di Mafia.
I blog non sono soggetti alla legge sull'editoria, quindi non hanno obbligo di registrazione e ancora meno possono essere considerati stampa clandestina. Ieri la terza sezione della Cassazione ha messo fine a una querelle legale iniziata quattro anni fa con la condanna per il reato di stampa clandestina a carico del blogger giornalista Carlo Ruta.
Nel 2008 il tribunale di Modica e nel 2011 la Corte di appello di Catania avevano ritenuto che il blog "Accade in Sicilia", specializzato nell'occuparsi di notizie di Mafia, avesse superato i confini della legalità. La querela di un Magistrato, tirato in ballo da qualche articolo un po' troppo pungente, forse aveva contribuito a far peggiorare la situazione.
In ogni caso "il tribunale di Modica aveva ritenuto in primo grado che il blog del saggista fosse una vera e proprio testata giornalistica, e che, pertanto, da un lato dovesse considerarsi prodotto editoriale secondo quanto previsto dalla legge nl. 62/2001 dall'altro, proprio in quanto stampa periodica, dovesse essere registrato presso il Tribunale competente", come spiega l'avvocato IT Fulvio Sarzana.
La Cassazione è ritornata all'interpretazione della normativa vigente e allo spirito della stessa. Non a caso lo stesso difensore di Ruta ha svelato durante l'arringa "di aver ricevuto una comunicazione dall'On. Giuseppe Giulietti, relatore della norma sull'editoria del 2001, che gli avrebbe confermato che i blog non rientrano, né intendevano essere inclusi, nella nozione di prodotto editoriale".
L'evidenza era nella stessa relazione preparatoria alla legge sull'editoria, che chiaramente fa differenza tra prodotti editoriali, con tutte le conseguenze giuridiche del caso, e altre forme di espressione. Immaginare che i blog siano equiparabili a testate giornalistiche, insomma, era parsa una cosa illogica fin dai primi passi della vicenda.
"In casi precedenti la Cassazione ha sempre respinto l'equiparazione tra sito internet (sia pure a carattere informativo) e stampa tradizionale, rilevando l'assoluta eterogeneità della telematica rispetto agli altri media", ha commentato l'avv. Marco Scialdone, responsabile del Team Legale di Agorà Digitale. "C'è poi, secondo la Cassazione, un dato letterale insormontabile: la legge fa riferimento al concetto di stampa, concetto nel quale non può essere ricompresa l'informazione on-line".
"Purtroppo anche i tribunali sono stati spesso incapaci di applicare ad Internet delle normative che risultano oggettivamente antiquate. Non solo siamo sollevati che la Cassazione abbia respinto l'ennesimo miope tentativo di assoggettare la rete alle regole della carta stampata, ma crediamo che processi come quello di Carlo Ruta dimostrino l'urgenza che la politica italiana realizzi in modo inequivocabile riforme a favore di nuove modalità di creazione, pubblicazione e circolazione di contenuti", ha aggiunto Luca Nicotra, segretario di Agorà Digitale.
"Non è solo il ritardo della politica a condannare il paese ma anche i tribunali che continuano ad applicare vecchie normative ad Internet hanno una enorme responsabilità in questo senso".
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